Smart Working

Smart Working

C’era una volta il cartellino, l’obliteratrice a tempo e le corse fantozziane per non dover pagare pegni di quarto d’ora in quarto d’ora a fronte di ritardi di pochi minuti, a volte secondi.

Ma adesso, nel 2022 non è più così, le grigie scrivanie su moquette pastello e le sedie industriali prodotte in serie infinite, possono essere sostituite da un ufficio virtuale, ovvero reale, ma mobile. Mutabile semplicemente passando dal banco della cucina al divano del salotto, dal bar sotto casa all’ufficio, magari di qualcun altro. Insomma, il mondo del videoterminalista è profondamente cambiato.

Smart working, o lavoro agile, prevede vincoli orari solo in alcuni casi e vincoli spaziali praticamente inesistenti. Tralasciando i luoghi comuni sulle call in pigiama, almeno i pantaloni, e la prima connessione, non in video, con denti da lavare e i capelli ancora appiccicati, quello che ci chiediamo è: sarà veramente arrivato il tempo del lavoratore libero? Il tempo di chi decide per se’, in base alle proprie abilità, quanto tempo dedicare ai propri obiettivi lavorativi? In effetti sembrerebbe un grande vantaggio organizzativo, ma per chi non riusciva a trovare neanche il tempo di un caffè? Finirà per diventare un tutt’uno con sedia, computer, telefono e auricolari bluetooth? Gli esperti danno molti consigli per evitare questo tipo di rischi. Vediamo i più interessanti. È sicuramente consigliabile creare una routine quotidiana, in modo da dedicare il giusto tempo al lavoro, ma anche ai propri hobby, per non parlare degli impegni familiari. Ma quello che sembrerebbe essere un enorme vantaggio per la gestione familiare, e del proprio tempo libero, in armonia con gli impegni lavorativi, rischia di approdare in qualcosa di più simile alla sindrome di Stoccolma, dove tutto, ma proprio tutto, si svolge nello stesso luogo e fa sentire il povero manager, impiegato, networker, programmatore, e chi più ne ha più ne metta, semplicemente imprigionato a casa sua. Per fortuna l’essere umano resta la creatura più creativa a marciare su questo pianeta e può rendere veramente smart e stimolante la sua giornata di lavoro agile. Ma cominciamo, dall’inizio, come in ogni Digital Story che si rispetti.

Consiglio numero unoL’inizio e la fine

Inizia la giornata con qualcosa che ti piace, infondo puoi utilizzare il tempo del tragitto casa-lavoro per fare qualsiasi altra cosa: che si tratti di un’ora di traffico, mezz’ora di treno o 5 minuti di scale, quel tempo adesso è tuo! Puoi scegliere se fare una sessione di jogging, ascoltare la tua canzone preferita o annaffiare le piante, insomma dedicati quel tempo in più. Stessa cosa per la conclusione del turno di lavoro: dedicati tempo per un drink, una telefonata a un amico, datti un premio per rilassarti un po’ dopo una giornata spesa alla scrivania.

Consiglio numero due La postazione

C’è chi dedica un angolo preciso della casa alla sua attività professionale e chi preferisce portare in giro il suo portatile tra tavolo, divano, bancone della cucina, fino a, nei casi più estremi, il letto. Sicuramente dipende dal tipo di lavoro che si fa, ma il consiglio degli esperti è quello di rendere la tua postazione di lavoro confortevole, identificando una zona di casa dedicata solo a quello, per creare confini precisi tra lo spazio immolato lavoro e il resto della casa. Sicuramente un atteggiamento di questo tipo è più disciplinato e per alcuni più produttivo, ma c’è chi, a camere stagne, non riesce proprio a vivere e nel disordine di un post-it lasciato sul divano, il telefono rimasto in bagno e il caricabatterie in cucina, prova quel brivido dell’ignoto, della ricerca, che lo tiene attivo anche in clausura. Possiamo dire che dalla modalità Furio/Magda a quella Hippie c’è una infinità di varianti tra le quali ciascuno può trovare il suo equilibrio, sempre nell’ottica che il lavoro a casa resti smart e non diventi caos.

Consiglio numero treI figli, questi sconosciuti:

Se hai bambini a casa, sei già ufficialmente inserito nel livello pro, quello dove pensi di poter fare tranquillamente una call di lavoro mentre commetti peccato mortale facendo giocare tuo figlio alla Nintendo per più di un’ora e mezza, invece no: in quel momento potrebbe capitare di tutto!! Alieni alla finestra, un uccellino che canta, un errore di connessione, un dolore improvviso, potrebbero addirittura avere fame. In questi casi si può solo improvvisare, ma il consiglio è, secondo un approccio nobile, pedagogico, oserei dire Montessoriano, spiegare per bene, e con largo anticipo, alla tua prole che, anche se sei a casa, non puoi essere presente al 100%. I pargoli dovranno finalmente sperimentare un po’ di autonomia casalinga, collegata a quel fattore ormai dimenticato: la noia. Insomma: la battaglia va preparata prima di scendere in campo. Sembra incredibile, ma l’approccio funziona, con periodi di resistenza variabili a seconda del soggetto. Provare per credere.

Consiglio numero quattroContatto con i colleghi

Fondamentale è mantenere costante la comunicazione quotidiana: le e-mail e l’instant messaging sono la via di comunicazione ottimale per le comunicazioni veloci. Un momento unico di lavoro senza contatti con gli altri, o pausa caffè e pausa pranzo, può essere davvero il principio di una psicosi da tablet. Mai sottovalutare, anche per i più schivi e asociali, l’importanza della chiacchiera, della lamentela, della condivisione dei momenti di rabbia verso competitor, computer, software impallati, cappuccino caduto sui pantaloni mentre cercavamo di nasconderlo durante una call. Condividere gioie e dolori aiuta a ricaricarsi e a staccare almeno per un attimo dal ligio dovere. Per brainstorming o condivisione di informazioni professionali invece, è meglio attingere a strumenti meno impersonali. Il contatto telefonico e le videoconferenze sono strumenti che simulano il rapporto personale in presenza e stimolano la condivisione dei messaggi e idee. Aggiornare quotidianamente i tuoi colleghi sullo stato dei lavori, facendo brevi videochiamate è un’abitudine importante da inserire nella tua giornata alla scrivania e sicuramente stimola le idee. Anche le pause è bene condividerle con qualcuno. Un’idea smart per non saltare i pasti, in caso viviate da soli o non ci sia nessuno a casa, è programmare il pranzo con qualcun altro fuori casa, oppure un video-pranzo via Zoom, Teams, etc. con colleghi o amici. La pandemia ha reso possibile effettuare la più significativa sperimentazione di smart working a livello globale. Distanze chilometriche sono diventate questioni di bit, eppure ci si sente più distanti. L’abitudine, la normalità, era vedersi in ufficio, prendere il caffè alla macchinetta, incontrarsi dal vivo.

Questa contraddizione tra tradizione e innovazione è vecchia quanto il tempo, eppure in ogni epoca si manifesta in un modo diverso. Il cambiamento è nelle nostre mani, adesso più che mai: possiamo annullare le distanze, in qualsiasi momento e in qualsiasi parte del mondo, o quasi. L’innovazione è già qui, ci resta solo il compito di afferrarla e cavalcarla, per vivere tutti felici e contenti.