Smart Recruiting

Smart Recruiting

Colloquio da remoto

E dopo, o forse prima, dello smart working arriva lo smart recruiting.

Più veloce, più diretto, ma più distante, perché la presenza, si sa, fornisce sia al recruiter che al candidato più strumenti per capire se si ha di fronte la persona giusta o se si è capitati nel posto sbagliato.

Basta un pc e una webcam, le piattaforme sono tante, e il gioco sembra fatto. Bisogna tuttavia tenere in considerazione la preparazione, lo stress e la tensione, che possono essere esattamente gli stessi di un colloquio in presenza. L’unico vero vantaggio del colloquio a distanza sembra essere la riduzione dei tempi e la praticità.

Prima di tutto un video-colloquio va affrontato come un colloquio normale, per non arrivare eccessivamente rilassati o con una minor concentrazione. Tutte le regole che valgono per un “colloquio classico”, devono valere anche in questa situazione: un recruiter probabilmente si aspetta di incontrare un candidato in abbigliamento formale o comunque adeguato alla posizione.

Per fare una buona prima impressione è bene non presentarsi dall’automobile parcheggiata al lato della strada, o con una t-shirt scolorita.

C’è poi l’aspetto della comunicazione para-verbale. Per trasmettere un’immagine migliore di voi, e farvi sentire più a vostro agio davanti lo schermo, è utile seguire alcuni consigli tecnici: bisogna mantenere un’ ottima inquadratura, con una distanza dallo schermo che permetta di inquadrare il vostro mezzo busto in modo ottimale e posizionare la telecamera all’altezza dei vostri occhi, per mantenere il focus sul vostro sguardo. Questo vi aiuterà a trasmettere calma e sicurezza in chi vi sta ascoltando.

Plant ICT ha sposato pienamente questo metodo di recruiting, almeno per i primi incontri conoscitivi e tecnici, e per i nostri ragazzi esiste un supporto per arrivare preparati e sicuri di fronte alle aziende dove prestiamo consulenza. Vi riportiamo la testimonianza di tre dei nostri collaboratori, da cui emergono punti di vista abbastanza diversi, come a sottolineare che il colloquio sia sempre una faccenda molto personale.

“Affrontare un colloquio è secondo me un’esperienza formativa, sia dal punto di vista professionale che personale. La maggior parte dei colloqui che ho affrontato erano da remoto, ossia tramite videochiamata. Questa modalità mi ha permesso di affrontare le interviste in una situazione di comfort: mi sentivo in una “safe-zone”. I colloqui a distanza mi hanno inoltre permesso di acquisire maggiore sicurezza nelle risposte e mi hanno aiutato a presentarmi meglio.” (Tommaso)

 

“Io personalmente preferisco il colloquio in presenza, dove si può esercitare più facilmente l’empatia con il recruiter. Nel colloquio da remoto si perde la “sensazione a pelle” che secondo me è fondamentale per selezionare le persone con cui poi si dovrà lavorare. Il colloquio, comunque fatto, resta un’esperienza formativa: è un primo approccio utile sia per il futuro, che per capire le tue reali conoscenze. Lo smart recruiting non permette una eventuale fuga, non c’è niente a cui puoi aggrapparti se non le tue reali conoscenze, messe in luce proprio dalle domande tecniche che ti vengono poste. È quindi un ottimo strumento per approfondire, confrontarsi e migliorare.” (Davide)

 

“Nonostante io sia sempre stato abituato a partecipare a colloqui in presenza, la mia esperienza con i colloqui da remoto è stata inaspettatamente positiva.
La trovo una soluzione utile ed efficiente, che permette di diminuire le distanze e di accedere ad opportunità in qualsiasi luogo.” (Gianmarco)